Denominazione

  • La notte dei bufù (denominazione della manifestazione che ha luogo nella notte di Capodanno)

  • I bufù di Casacalenda (denominazione generica dello strumento e delle orchestre spontanee di suonatori di bufù

Geolocalizzazione

Casacalenda (CB)

Percorso

Non esiste un percorso predefinito: le squadre di bufù attraversano tutto il paese per raggiungere le famiglie e portare loro gli auguri di buon anno. Il 1 gennaio intorno alle 13 si radunano nella piazza principale di Casacalenda per una esibizione collettiva.

Descrizione

La “Notte dei Bufù” è una manifestazione itinerante durante la quale piccole orchestre spontanee di strumenti della tradizione attraversano il paese portando nelle case gli auguri per l’inizio del nuovo anno, con musica e canti. Ogni gruppo è composto da un numero variabile di suonatori e strumenti: oltre al bufù sono presenti altri strumenti a percussione, tra cui tamburi, castagnole, triccheballacche, tavolette, campanacci, piatti, triangoli. Il bufù è un tamburo a frizione ricavato artigianalmente da una botte di legno, che viene ricoperta con una spessa tela di cotone fatta vibrare grazie ad una canna fissata verticalmente al centro della botte: la vibrazione prodotta sulla membrana dalla canna, sfregata in maniera ritmica dalle mani bagnate del suonatore, provoca il suono grave che caratterizza lo strumento.

La sera del 31 dicembre, dopo che i bufù sono stati allestiti e sono pronti ad essere suonati, i vari gruppi iniziano a girare per le vie del paese, augurando a tutti “una buona fine e un buon principio” e facendo varie soste davanti alle attività commerciali; qui i suonatori ricevono un bicchiere di vino e altre offerte.

Quando, a sera inoltrata, tutti i cittadini tornano nelle loro case per aspettare la mezzanotte, i gruppi di “bufunisti” (suonatori di bufù) iniziano il loro giro di questa, raggiungendo sia le case delle famiglie che li hanno precedentemente invitati sia altre abitazioni che invece sono state scelte all’insaputa dei proprietari, per far loro una sorpresa.

La struttura del cerimoniale è quella caratteristica delle questue della società agropastorale: i suonatori raggiungono le abitazioni in silenzio, per non rovinare l’effetto di sorpresa, e poi iniziano a suonare finché i padroni di casa non aprono loro la porta: a quel punto la famiglia offre vino, salsicce, dolci a tutto il gruppo, che viene invitato a entrare per consumare insieme il cibo offerto. I suonatori ricambiano l’offerta offrendo alla famiglia la loro musica e augurando il buon anno.

La questua prosegue per molte ore, attraversando tutto il paese; dopo ogni sosta, a tarda notte, i gruppi (che localmente sono detti “squadre”) si ritirano presso un ricovero precedentemente scelto e lì riposano per qualche ora.

Al mattino presto si prepara una colazione contadina a base di pancetta di maiale fritta, peperoni e frittata, e i suonatori si ristorano nella piazza principale del paese, in vista della suonata in onore del nuovo anno.

Le squadre riprendono il loro giro e sostano davanti ai bar, dove eseguono alcuni brani del loro repertorio; quando, infine, si radunano tutti nella piazza centrale, le singole squadre si uniscono e danno vita a un’unica grande orchestra che esegue i brani della tradizione per augurare il buon anno a tutto il paese. L’esibizione collettiva si conclude intorno alle 13.30 del primo gennaio: i suonatori rientrano ciascuno alla propria casa, dandosi l’appuntamento per l’anno successivo.

Notizie aggiuntive

Tra ottobre e novembre si formano i gruppi spontanei di suonatori, le “squadre”; si tratta solitamente di gruppi di uomini, giovani e meno giovani. La figura fondamentale per la composizione della squadra, senza la quale non potrebbe riunirsi alcun gruppo, è in assoluto quella del fisarmonicista, che esegue la parte melodica e dà il tempo ai percussionisti con gesti, particolari posture e sguardi.

Qualche settimana prima del 31 dicembre, i suonatori iniziano ad incontrarsi nelle vecchie cantine per concertare, ossia scegliere e provare i brani che faranno parte del loro repertorio specifico, selezionati tra quelli della tradizione e quelli che identificano il maestro fisarmonicista; ogni fisarmonicista, infatti, negli anni studia un proprio repertorio personale, con contaminazioni provenienti anche da altre tradizioni…

 

Cronologia

La manifestazione è attestata già nel XX secolo.

La manifestazione si tiene una volta l’anno; inizia la sera del 31 dicembre e prosegue fino a tarda notte, per poi concludersi la mattina del 1 gennaio.

La Notte dei Bufù ha subito un’interruzione nel 2020 e nel 2021 a causa dell’emergenza Covid.

Ulteriori informazioni

La comunità della Notte dei Bufù è assai variegata al suo interno. Un primo nucleo di portatori di questo patrimonio è rappresentato dai bufunisti: sono chiamati con questo nome i suonatori di bufù, solitamente di genere maschile. La pratica di questo strumento richiede forza fisica e resistenza, conoscenza della ritmica, del movimento e delle melodie; ogni bufunista deve coordinarsi con il “maestro” (si definisce in questo modo il suonatore di fisarmonica, al quale è affidata la parte melodica del brano; a lui è affidato il ruolo del caposquadra) e interpretarne il linguaggio non verbale. Spesso alla fisarmonica si accompagna anche l’organetto. Quando il bufunista non guarda direttamente i movimenti del maestro, osserva il proprio compagno, per non perdere “il colpo” e produrre il suono all’unisono. Ci sono poi gli altri strumentisti, tutti quelli che suonano gli altri strumenti a percussione; tra questi hanno un ruolo particolare il suonatore della campana, che segna il controtempo, il suonatore della tavoletta, che permette variazioni alla melodia e segna particolari brani della tradizione con assoli e ritmiche, il rullantista, che batte i tempi e le variazioni.  Un ruolo solo apparentemente marginale è quello del portatore d’acqua, al quale è affidato il compito di riempire con l’acqua i secchi, fondamentali perché il bufunista possa bagnarsi costantemente le mani: senza l’acqua, infatti, il bufù non potrebbe produrre le vibrazioni necessarie. 

La pratica strumentale del bufù è vissuta dalla comunità locale come elemento identitario. 

Fanno parte della comunità della Notte del bufù le squadre dei suonatori, composte solitamente da almeno dieci elementi; il numero delle squadre è variabile: negli ultimi anni si sono formate circa quattro o cinque squadre ma, prima del processo di spopolamento che ha segnato fortemente il territorio, si formavano anche dodici, tredici squadre. 

Anche le famiglie di Casacalenda, che ricevono i suonatori preparando loro cibi e bevande, come pure i turisti che raggiungono il paese per le vacanze di fine anno, fanno parte a pieno titolo della comunità della festa.

La trasmissione dell’elemento è condotta principalmente in maniera informale, all’interno dei gruppi familiari; i bambini sono iniziati all’arte delle percussioni dai loro padri e dai loro nonni. 

L’apertura del “Museo multimediale del bufù” ha contribuito ulteriormente alla trasmissione dell’elemento.

Nel 2005 è stato inaugurato il Museo multimediale del Bufù, con sede in Corso Roma 78 (86043 Casacalenda – CB);  il museo “attualmente è ospitato al secondo piano del palazzo comunale; iniziativa di grande valore, ha registrato un meritevole contributo dall’etno-musicologo Matteo Patavino, che ne ha curato il progetto” (https://cultura.gov.it/luogo/museo-multimediale-del-bufu). IL Comune e il Museo curano numerose attività legate alla pratica del bufù, anche attraverso le piattaforme multimediali e i social network, dove sono presenti pagine e canali dedicati alla pratica dello strumento e alla Notte del bufù. 

Sono stati organizzati anche degli scambi culturali con altri territori interessati alla pratica del tamburo a frizione, ed è stato organizzato nei primi anni Duemila un viaggio in Canada delle squadre di bufunisti, presso l’Associazione Casacalendese di Montréal, una delle mete della diaspora che nel secondo Novecento ha interessato la comunità di Casacalenda.

Tra gli aspetti di rischio va certamente considerata la crisi demografica delle aree interne molisane, e lo spopolamento del territorio di Casacalenda; negli ultimi anni le squadre di bufunisti nella notte di Capodanno sono in numero inferiore rispetto a quanto veniva registrato negli ultimi decenni del Novecento.

Elementi strutturali

  • Questua
  • Esibizione musicale

  • Consumo collettivo di cibi e bevande

  • Raduno nella piazza centrale

  • Suonata collettiva

Tag

Ambiti UNESCO

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