Perdonanza di Frosolone

Alla festa religiosa che si svolge dal mezzogiorno del 1° agosto alla mezzanotte del 2, curiosamente pare collegata la sfilata dei carri allegorici che ogni anno si ripete – come da tradizione – a Frosolone, nel tardo pomeriggio del 1° agosto. Si tratta di una manifestazione cittadina che per estro e fantasia, oltre che per le enormi dimensioni delle costruzioni, si avvicina alle sfarzose realizzazioni carnevalesche.

La sfilata non ha nulla a che vedere con le ragioni proprie del Carnevale, ma pure ha un legame coll’aspetto religioso; essa, infatti, nasce dal fatto che migliaia di pellegrini anticamente raggiungevano già nell’ultimo giorno di luglio la chiesetta di S. Rocco sita in Frosolone, in virtù delle origini francescane della chiesa stessa, e trascorrevano la notte sotto il cielo in attesa del “Grande Perdono” o “Perdono d’Assisi”.

I pellegrini che giungevano a Frosolone si radunavano quindi nei dintorni della chiesa e dormivano l’uno accanto all’altro, eseguendo durante la notte le lodi cantate; molti di loro si sistemavano, tra l’altro, sulla terrazza che si affaccia sulla chiesa e che per questo oggi si intitola «Loggia dǝ lǝ pǝzziéndǝ» (loggia dei pezzenti). Fu così che si pensò di intrattenere i devoti, sempre più numerosi, ideando una rudimentale sfilata allegorica, originariamente composta di un solo rozzo carro di fasci d’erba, per poi perfezionarsi con il passare del tempo. Le strutture si ampliarono, si arricchirono di componenti architettoniche e di fascino e, attraversando il tempo e la storia, sono giunte fino ai giorni nostri.

Nelle settimane che precedono il 1° agosto la creatività dei cittadini frosolonesi si mette in movimento e gruppi di amici si riuniscono per pensare al tema del carro. Una volta concordato il tema da riprodurre, inizia l’allestimento: muniti di carro, che rappresenta la struttura portante del lavoro, si realizza dettagliatamente la scenografia e si immagina il racconto, costruendo un rozzo canovaccio che sarà il punto di appoggio per i dialoghi degli attori, ai quali resterà comunque massima libertà di espressione nella sfilata. In ultimo si reperiscono i costumi, i quali hanno il compito di proiettare iconicamente lo spettatore nel tempo del racconto. I carri, che alla fine della sfilata saranno giudicati da una giuria – che ne valuterà struttura, scena, racconto e costumi – si propongono di riprodurre scene di vita vissuta della realtà del comune frosolonese; le scene sono, perlopiù, legate alla storia del paese, alle tradizioni locali e alla vita campestre, che per tanto tempo è stato il sostentamento primo della comunità.

La sfilata si conclude con la premiazione del carro che ha raggiunto il punteggio più alto nella votazione delle categorie della gara.

Le fonti permettono di stabilire ufficialmente una data storica per la Festa del Perdono: il 2 agosto 1216. Tutto ebbe inizio così: «il beato Francesco risiedeva presso Santa Maria della Porziuncola, ed una notte gli fu rivelato dal Signore che si recasse dal sommo pontefice Onorio, che in quel tempo dimorava a Perugia, per impetrare una Indulgenza a favore della medesima chiesa di Santa Maria della Porziuncola, riparata allora da lui stesso»; correva l’anno 1216 e la notte in cui il santo di Assisi fu colto dal chiarore empireo è una non precisata notte di luglio, come informa – nel Canone Teobaldino – il francescano Teobaldo Pontani, vescovo di Assisi. Il 2 agosto dello stesso anno, Francesco, dopo aver ottenuto l’approvazione del Papa Onorio III, diede i natali alla solennità del Perdono di Assisi o Indulgenza della Porziuncola, esclamando, alla presenza dei vescovi dell’Umbria: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!». Da quel 2 agosto fu stabilito che: «quanti confessati e contriti, e, com’è dovere, assolti dal sacerdote, entreranno in quella chiesa, siano liberati dalla pena e dalla colpa, in cielo e in terra, dal giorno del battesimo fino al giorno e all’ora dell’ingresso nella detta chiesa».

Tuttavia, affinché il privilegio della Porziuncola fosse esteso anche agli altri edifici del culto cristiano, bisognerà aspettare qualche secolo, per giungere infine al perfezionamento della disciplina in termini ufficiali soltanto con Paolo VI. Nella Lettera Apostolica Sacrosancta Porziuncolae Ecclesia del 14 luglio 1966, egli decretò per l’appunto l’estensione dell’Indulgenza alle chiese parrocchiali e francescane di tutto il mondo, sebbene con un càveat: l’Indulgenza, che nel piccolo tempio francescano può essere lucrata durante tutti i giorni dell’anno, altrove può essere concessa solamente in un tempo circoscritto, vale a dire dal mezzogiorno del 1° agosto alla notte del 2, più precisamente: «dai primi vespri compresa la notte [del 1° agosto], sino ai vespri del giorno seguente». Non fa eccezione la «regia chiesa sotto il titolo di S. Rocco», in Frosolone.

Per la datazione della Festa del Perdono a Frosolone, il paese vanta documenti storici conservati negli archivi comunali e parrocchiali che permettono una ricostruzione abbastanza fedele del quadro cronologico. Attualmente, la chiesa deputata alla giornata dell’indulgenza è quella di S. Rocco, ma gode di questo privilegio francescano soltanto a partire dal 1° aprile del 1848, come si attesta nell’ACTFr. Prima di allora, infatti, l’indulgenza plenaria si praticava nella chiesa di S. Maria delle Grazie, in quanto sede primaria del Terz’ordine francescano. E, per quanto risulti difficile stabilire l’origine esatta della festa, è certo che questo luogo di culto (di molto precedente!) ha ospitato i francescani – dell’Ordine dei frati minori cappuccini – a partire dall’ultimo ventennio del 1500, come si può desumere dalla croce che piantarono nel giardino antistante al convento dagli stessi eretto: essa riporta la data del 12 ottobre 1580. Si può suppore, pertanto, non senza un certo margine di dubbio, che la Perdonanza abbia avuto propriamente i natali presso tale comunità francescana fin dall’anno della sua fondazione, sotto la guida spirituale di padre Silvestro da Rossano. Sopraggiunta la Repubblica, nel 1799, i PP. Cappuccini dovettero purtroppo esulare dal convento, che fu soppresso. Fu riaperto nel 1812 per accogliere i PP. Missionari Secolari Mannarini, privati della loro dimora presso il Convento di S. Angelo, sciaguratamente caduto; saranno questi ultimi a perpetuare la festa della Porziuncola intorno alla “grande teglia” in assenza dell’Ordine francescano, dal 1841 fino al 1849.

Ormai, quasi alle soglie degli anni Cinquanta dell’Ottocento, il delinearsi di una nuova figura spirituale alla guida della Congregazione del Terz’Ordine, ne cambiò le sorti; era Michelangelo Colozza. Egli dal 1847 guidava i francescani del paese e – fautore di lavori di rifacimento e restauro dell’edificio ecclesiale di S. Rocco – promosse il trasferimento della sede della Congregazione dal «locale contiguo alla chiesa una volta de’ Cappuccini» alla suddetta chiesa di S. Rocco, nella data del 1° aprile 1848. Dall’anno successivo la Congregazione vedrà di nuovo nella propria pertinenza la festa religiosa legata al perdono, e lo spazio sacro che ospita la festa assunse definitivamente i caratteri che tutt’oggi manifesta, quando nel XX sec. venne costruita la croce viaria e piantato l’albero di tiglio dirimpetto alla chiesa, cercando così di riproporre un pezzo dell’originario contesto.